Oggi abbiamo il piacere di intervistare Francesca Sarti, fondatrice e direttore di Arabeschi di Latte, un collettivo di architettura che unisce la passione per l’arte e per il design a quello per il cibo.
Ciao Francesca, grazie intanto per aver accettato il nostro invito. Puoi raccontare alle nostre lettrici che cos’è Arabeschi di Latte e come è nato?
Arabeschi di Latte è nato per gioco, più di dieci anni fa, creando esperienze interattive semplici ma coinvolgenti. Nel corso degli anni Arabeschi di Latte ha portato avanti una ricerca che unisce cibo e design, contribuendo alla definizione stessa di questo binomio. Abbiamo progettato installazioni, workshop, eventi, cene, pop up cafe in giro per il mondo, utilizzando il cibo come strumento di comunicazione e di relazione.
Il cibo nella vostra attività è trattato come un protagonista ma in modo insolito e creativo. Come nascono i vostri progetti, qual è il ruolo del il cibo e qual è lo spazio in cui si consuma?
I progetti nascono da ispirazioni diverse. Mi piace pensare che puoi trovare l’ispirazione in ogni cosa: un ingrediente con una storia particolare, una ricetta ritrovata, ma anche un’immagine, una foto scattata, un’esperienza fatta in giro per il mondo, un oggetto, un luogo, uno spazio …
Cibo e spazio hanno una relazione intima, il cibo è uno strumento per attivare gli spazi e gli spazi possono amplificare, completare un’esperienza conviviale.
Chiudiamo infine con una domanda che facciamo spesso alle nostre ospiti. Qual è la tendenza nel mondo del food design più interessante del momento?
Raccontare storie! La magia, il significato culturale, gli aneddoti, i valori che stanno dietro ad un particolare ingrediente, come ad un’attività produttiva, a un metodo di conservazione, un banchetto …