Intanto, anche se a Natale le tavolate sono belle, evitate di strafare. Se nessuno vi aiuta in casa, non organizzate una cena seduta per più di otto-dieci persone per volta. Correste il rischio di non riuscire a seguire bene le cose.
Regola aurea: non invitate troppe persone che si conoscono poco o non si conoscono affatto. Si creerebbero imbarazzi e l’atmosfera potrebbe essere gelida come il freddo fuori casa.
Al momento di sedersi a tavola, non lasciate che i vostri ospiti occupino un posto a caso: potrebbe generare confusione e dar luogo a vicinanze sbagliate, che non favoriscono una conversazione affiatata. Oltre a far uso dei segnaposto, la padrona di casa può lei stessa assegnare ad ogni invitato il proprio posto.
Secondo il bon ton, i padroni di casa stanno seduti ai due capi della tavola; oppure, se questa è rettangolare, al centro dei due lati lunghi, uno di fronte all’altra. Fate in modo che vi possiate alzare per servire senza infastidire i vicini di tavola e che l’eventuale carrello di servizio possa essere messo nelle vostre vicinanze.
La padrona di casa avrà l’invitato più anziano o di maggior riguardo alla propria destra e alla propria sinistra il secondo ospite in ordine d’importanza. Il padrone di casa avrà alla propria destra l’invitata più anziana o importante, alla sinistra quella che la segue immediatamente.
Il posto d’onore spetta di diritto ai sacerdoti e, a seguire, alle persone anziane, ai personaggi celebri, agli ospiti che vengono da altre città, ad un superiore gerarchico (il capo che cena a casa vostra), ma anche un giovane che festeggia la promozione o il compleanno. Nei casi dubbi, si dà la precedenza a chi è invitato per la prima volta o alla persona con cui si è meno in confidenza.
Cercate di alternare uomini e donne, nei limiti del possibile. Secondo il galateo, non è opportuno concentrare tutte le persone della stessa età nella stessa zona della tavola: l’unica eccezione sono i bambini, che possono sedere tutti vicini. Evitiamo di far sedere vicini due timidi, così come persone che svolgono la stessa professione, perché potrebbero isolarsi e mettersi a parlare di lavoro fra di loro per tutta la durata del pasto. Queste poche accortezze vi permetteranno sia di rispettare l’etichetta che di assicurare la riuscita del vostro invito.
Comunque, anche se talvolta richiede una faticaccia, invitare a casa degli amici dà sempre grandi soddisfazioni. E Voi, di solito, quante persone invitate? E quali criteri seguite per disporle a tavola?
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Di solito mi piace alternare donna uomo donna uomo.
Alterno anche chi si conosce e chi no, in modo da creare un’atmosfera “cameratesca” (passatemi il termine) e far fluire la conversazione… A meno che non ci siano inguaribili timidoni che hanno bisogno, per lasciarsi andare, di avere vicino una persona che si conosce…
I padroni di casa e chi cucina non per forza a capotavola, ma nei posti in linea d’aria più vicini alla cucina.
Insomma, regole e bon ton sì, ma anche e soprattutto empatia e logistica!