Intervistiamo oggi Giulia Marelli, ex buyer nel mondo della moda e oggi blogger, fotografa e cuoca.

Ciao Giulia, siamo molto contenti di ospitarti tra le pagine di questo blog. La prima curiosità è proprio sul tuo blog: da cosa deriva intanto il nome Arnalda Gourmet?

Può sembrare strano ma questo nome un po’ inconsueto è il mio terzo nome e rappresenta la parte di me più sognatrice, quella che non si spaventa nel  rincorrere i propri sogni e le proprie passioni. Così Arnalda e la cucina inevitabilmente sono diventate una cosa sola!

 Una domanda invece più personale; nelle nostre interviste abbiamo ospitato spesso blogger che ad un certo punto della loro carriera hanno fatto scelte radicali e cambiato vita. Nella tua personale esperienza,  come hai fatto a capire che il mondo della moda non era più la tua strada e che lo era invece dedicarsi al cibo?

Avevo voglia di concretezza, ogni volta che in ufficio si parlava di borsette come si trattasse di vite umane da salvare mi veniva da ridere… La moda è un mondo che mi ha affascinato e mi ha dato moltissimo ma non era più sufficiente. Avevo bisogno di misurarmi con nuove sfide e qualcosa di più tangibile così mi sono avvicinata alla cucina. Ma per farlo ho pensato che servisse una preparazione adeguata, quindi ho fatto le valige, sono partita per Parigi e mi sono iscritta al Cordon Bleu, la mecca dei buongustai, da lì è cominciato tutto. Mi sono tuffata in un nuovo mondo di profumi e sapori e quello che al momento mi sembrava un salto nel buio si è rivelato la migliore scelta che abbia potuto fare.

 La libreria e la cucina sono gli elementi della casa che svelano i padroni di casa. Per te, quali sono le cose che non devono mai mancare in una cucina?

Ho sempre pensato che la casa di una persona in qualche modo la rispecchi e si possa capire moltissimo riguardo chi ci abita. La libreria invece ne svela le passioni e gli interessi.

La cucina è il vero e proprio cuore della casa, per così dire il focolare. Nella mia cucina non manca mai della musica, una bottiglia di vino da sorseggiare cucinando (in caso da usare anche per aggiustare una ricetta) e un cassetto di spezie ben fornito. Con questi tre elementi cucinare è un vero piacere, per me sono indispensabili per creare nuove ricette, perché non serve stravolgere un piatto per dargli nuova vita, a volte basta solo un pizzico di una nuova spezia.

Mentre i libri di cucina provenienti da tutto il mondo, in particolar modo  se vecchi o usati, sono la mia grande passione, non c’è viaggio da cui torni senza almeno un volume. Adoro leggerli prima di andare a dormire, consultarli per trovare nuove idee, sentire la grana della carta tra le dita e il profumo delle loro pagine.

 Sul tuo blog scovi spesso angoli inconsueti della tua Milano. Cosa consiglieresti alle nostre lettrici?

Scovare angoli inconsueti è un’abitudine che ho preso ai tempi dell’università, quando ho del tempo libero cerco piccoli tesori nel cuore della mia amata città, perché Milano a prima vista può non dire molto, mentre è una città che va compresa e scoperta, e per far questo un po’ci si deve dedicare.

Consiglierei di passare una mezza giornata a scoprire la zona attorno a via Casati e via Panfilo Castaldi dove si trovano un’infinità di ristorantini sia italiani che etnici, materie prime ottime e dei negozi un po’ speciali. È una delle zone forse più stimolanti in questo momento. Ci sono un’infinità di posti che consiglierei. I miei preferiti per una pausa golosa: Pasticceria San Gregorio (ottima e un po’ vecchio stile ma senza alcuna pretesa, come piace a me), Pavé (le sue brioches non hanno bisogno di presentazioni e l’ambiente molto accogliente), Wang Jiao (un ristorante cinese nel vero senso del termine che frequento spessissimo per l’ottima qualità-prezzo), Joia Bistrot (per gustare l’alta cucina vegetariana di Leemann a prezzi onestissimi), Gelato giusto (per un gelato come si deve, i gusti sono pochi e stagionali ma indimenticabili).