La cultura del dono e dell’ospitalità sembra presente in tutte le parti del mondo, senza eccezione alcuna ed alcuni rituali sono sorprendentemente curiosi per noi, altri incredibilmente simili ai nostri.
Ad esempio nel rituale del Moka, tipico della Papua Nuova Guinea, un complesso sistema di doni permetteva di stabilire le gerarchie di potere tra tribù: il “Grande Uomo”, cioè la persona più influente e autorevole di ogni tribù, intesseva un complesso sistema di scambi di maiali con gli altri Grandi Uomini. Lo scambio doveva essere a somma zero, cioè tanti più maiali venivano donati, tanti più maiali dovevano essere restituiti. Lo scambio continuava fino a quando un Grande Uomo non era più in grado di restituire e veniva sancita la sua inferiorità. Insomma un modo originale e incruento per stabilire il potere, ma di certo sconsigliato a quanti di noi vivono in alloggio!
Altro rituale curioso è quello del Kula, osservato nelle isole Trobriand, in cui venivano compiuti viaggi in canoa lunghi chilometri, spostandosi in senso circolare orario da Nord a Sud. Mentre si viaggiava in direzione Nord si scambiavano collane di conchiglie rosse, mentre si viaggiava verso sud bracciali di conchiglie bianche; in questo modo il dono non era mai lo stesso, ma si scambiavano bracciali per collane e viceversa. Inoltre, i doni non rimanevano mai a lungo nelle mani della stessa persona, ma circolavano sempre. Quale ne era allora il senso? Il rituale del Kula in realtà era una forma di cortesia e di riconoscimento sociale che proteggeva i commerci: infatti oltre a collane e bracciali venivano scambiati oggetti di uso comune e cibo. E questa è un’idea da cui prendere spunto: perché non decorare la casa o la tavola con conchiglie rosse e bianche, intrattenendo i nostri ospiti con la spiegazione del loro significato?
Infine, un rituale dal grande significato sociale, il Koha praticato dai Maori della Nuova Zelanda. Quando qualcuno si recava in visita era tenuto a portare un dono, che consisteva a volte in piccoli tesori come pietre considerate preziose, ma più spesso cibo. La grandezza del dono era commisurata sia alle possibilità di chi donava, sia alla considerazione che si aveva dell’ospite: perciò se due visitatori portavano lo stesso dono, ma uno era più ricco dell’altro, lo stesso dono aveva un significato molto diverso! Non conveniva certo essere cattivi padroni di casa perché il dono era uno status symbol non tanto per chi donava, ma soprattutto per chi riceveva: più belli e preziosi erano i doni, maggiore era il prestigio che la comunità attribuiva all’ospite. In questo i Maori sono distanti chilometri ma incredibilmente vicini: anche nella nostra cultura è bene presentarsi con qualche dono quando si è ospiti e spesso si scelgono cibo o vino.
A voi è mai capitato di portare doni a chi vi ha ospitato magari in Paesi lontani? Avete scelto di rispettare la vostra cultura di provenienza o quella degli ospiti che vi accoglievano? Raccontateci la vostra esperienza! Posted 9/8/2014 12 42pm brian sztabnikap literature teacher from miller place, ny blogger I love how blogging provides an opportunity for students to own the learning
C’è un bel libro dedicato all’argomento del dono/ospitalità presso le società primitive: Marcel Mauss, “Saggio sul Dono”.
http://it.wikipedia.org/wiki/Marcel_Mauss#Saggio_sul_dono
Grazie Francesco per l’interessante spunto!