La Casa

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La tavola secondo Anna Maria Pellegrino de “La Cucina di QB”

Oggi Anna Maria Pellegrino, enogastronoma e autrice del blog La Cucina di QB.

Ciao Anna Maria, ci fa molto piacere averti come nostra ospite oggi. Nella tua descrizione scrivi che sei stata folgorata sulla via di una Damasco enogastronomica; ci racconti come è nata l’idea di smettere il tailleur e indossare la falda e, soprattutto, di aprire un blog?

Buongiorno a voi e grazie per l’invito. Sono stata una bimba inappetente, ai limiti dell’anoressia, scoprendo  il cibo e la cucina con l’adolescenza. Ma a casa non si poteva cucinare, la mamma non lo consentiva. Le cose sono cambiate con il matrimonio ma non sempre i tempi consentiti dall’impegno professionale si conciliavano con la passione enogastronomica. Sono diventata socia Slowfood e dopo essermi licenziata per seguire un familiare gravemente ammalato ho deciso che la vita era troppo breve per vivere di rimpianti. Ho fatto uno stage impegnativo di un anno in un ristorante di un amico ed ho capito che la fatica che si vive quotidianamente in cucina poteva divenire pane per i miei denti! Da qui l’idea di aprire un blog per comunicare questa “maieutica” personale attraverso il cibo. E da pochi mesi faccio parte dell’Associazione Cuochi di Padova e Terme Euganee. Una grande emozione.

Oltre a cucinare per le tue papille gustative, organizzi corsi di cucina, serate di cucina suonata e consegne a domicilio. Come sono nate queste idee e chi frequenta i tuoi corsi? Chi frequenta i corsi ordina anche consegne a domicilio o sono due tipologie di persone diverse? Quali sono le richieste più frequenti?

I corsi affrontano diverse tematiche ma il desiderio è sempre quello di far trascorrere alle persone delle ore serene ai fornelli. Si inizia infatti con un piccolo aperitivo che serve per spiegare il corso e rompere il ghiaccio, e si continua a lavorare tutti insieme. Alla fine della serata si “cena” degustando quanto si è cucinato, riprendendo le tecniche usate ed abbinando sempre un vino, così da dare un’informazione completa ai corsisti. Nella dispensa consegnata poi sono presenti non solo le ricette provate durante la serata ma anche altre che considero “compiti per casa”: la soddisfazione più grande è ricevere email, sms, tweet e post di fb con quanto elaborato dalle persone presenti ai corsi! Circa il cuoco a domicilio è un’attività parallela richiesta da persone che vogliono ricevere amici ma non hanno tempo di cucinare o che desiderano festeggiare in casa momenti importanti come un compleanno o la Comunione di un figlio. Del resto si chiama l’idraulico o il giardiniere quando se ne ha bisogno in casa: perché non chiamare un personal chef?

Nelle consegne a domicilio organizzerai anche mis en place e impiattamento. Quali consigli daresti a chi si diletta ad accogliere gli amici con una tavola ben imbandita?

Quando si decide con il cliente un pranzo, una cena servita o un buffet è fondamentale fare un sopralluogo degli spazi dove si svolgerà il tutto per rendersi conto delle potenzialità-possibilità e dare eventuali suggerimenti. Molto spesso il cliente è abituato ad un consumo “frugale” dei pranzi o delle cene domestiche dimenticando che in qualche cassetto sono custodite tovaglie preziose, porcellane delicate e cristalli trasparenti. Tutto sta nel far vedere loro la luce e nel considerare il classico “corredo” come una serie di oggetti preziosi da godere in ogni momento della giornata. Personalmente uso quotidianamente porcellane che appartenevano a mia suocera e le posate d’argento. Che senso ha conservare in anonime scatole e soffocanti plastiche oggetti che sono nati per valorizzare i pasti di tutti i giorni? Un bicchiere sbagliato e un piatto inadeguato possono togliere valore e poesia ad un vino importante oppure ad una pietanza cucinata con amore.

Infine, un’ultima domanda per le nostre lettrici: quali sono gli elementi di una tavola che proprio non possono mancare? Ci sono particolari tipi di piatti o di decorazioni che ognuno dovrebbe avere in casa?

La tovaglia può essere sostituita con i più sbrigativi set all’americana, anche se sono appassionata di vecchi lini. Ai mercatini di antiquariato cerco piatti in porcellana diversi per comporre tavole un po’ vintage e vecchi copriletto estivi che si usavano sui letti in ferro battuto: sanno trasformarsi in tovaglie bellissime. Poi i bicchieri, abbinando magari ad un calice alto e leggero un bicchiere colorato per l’acqua. Inoltre andrebbe conosciuto il linguaggio delle posate; quali a destra e quali a sinistra, quante forchette e quali sono le posate da pesce: la tavola apparirà subito diversa. E poi i fiori: un bel centrotavola non troppo alto, per non impedire ai commensali di vedersi, composto da fiori e frutta o ortaggi di stagione – come zucca, melograno, castagne, ghiande o rami di edera o agrifoglio – non dovrebbe mancare mai. Alle volte bastano delle allegre margherite per dare un tocco primaverile ad una tavola preparata in velocità per accogliere degli ospiti improvvisi,  così da condividere una bella serata. I piatti poi dovrebbero essere bianchi se proponiamo un menù molto colorato, trasparenti se organizziamo un buffet con bicchierini e finger food e perché no in materiale riciclabile o in bambù per un simpatico brunch in terrazza per festeggiare l’arrivo della primavera.

Voi come imbandite la tavola quando avete ospiti? Fatecelo sapere nei commenti.

It is the first step that you should do to be sure that he is ok

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