Il cibo e l’ospitalità sono sempre stati temi molti presenti nella letteratura, o per dirla in termini tecnici, sono un in molti diversi generi, forse perché ospitare, accudire ed accogliere gli altri è una pratica che accomuna l’umanità da tempi immemori.
Si pensi ad esempio all’Odissea, in cui Ulisse vaga per tutto il mondo conosciuto e riceve l’ospitalità da molti popoli, come i ed in particolare Nausicaa, o creature magiche come . L’ospitalità (o xenìa) era infatti sacra per gli antichi greci e solo creature sub-umane come Polifemo potevano non onorarla.
Un altro esempio di letteratura e banchetti sono Pantagruel e Gargantua di François Rabelais, ricordati, tra le altre cose, anche per le mangiate pantagrueliche del gigante.
In tempi più recenti, sono imperdibili le descrizioni dei banchetti, ma soprattutto dei tè serviti con il samovar in gran parte della letteratura russa dell’800 ed in particolare in Guerra e Pace di Tolstoj.
(Image courtesy of Jonas Boni)Tornando invece in patria, non possiamo non citare il Gattopardo di Tommaso di Lampedusa, in cui un’aristocrazia ormai in conclamata decadenza celebra il proprio perpetuarsi con banchetti e feste sontuose. Più vicino nel tempo e divertente nonostante gli anni, Le Sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi sono un bellissimo esempio di come l’ospite possa approfittare decisamente troppo della bontà e dei punti deboli del proprio anfitrione; quasi contemporaneo è anche il capolavoro di Scott Fitzgerald, Il Grande Gatsby, in cui le feste sontuose con moltissimi invitati fanno da contraltare alla solitudine esistenziale del protagonista.
Se il tema vi intriga, ci sono collane e pubblicazioni specializzati in questo tipo di letteratura, come ad esempio dell’editore Leone Verde o lo spassosissimo che racconta la storia della letteratura attraverso quattordici ricette.
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