Dobbiamo apparecchiare per una cena seduta. Dubbio da sciogliere: la tovaglia ci vuole o no? Secondo la mia opinione, dipende dal tavolo. Se è particolarmente bello a vedersi, la tovaglia si può non mettere. È d’obbligo tutte le altre volte.
Ma cosa vuol dire bello a vedersi? Vuol dire per esempio un tavolo di design, con il piano sottilissimo e delle gambe studiate per essere guardate. Oppure un tavolo intarsiato antico, talmente bello che sarebbe un peccato coprirlo. O ancora un tavolo di marmo, che non si rovina mettendoci sopra le cose. O infine un piano di legno grezzo da campagna, su cui mangiare direttamente.
Certo i tavoli di design o intarsiati hanno bisogno di qualcosa che si frapponga tra il piatto e il piano del tavolo, che eviti che il piatto sfreghi sul piano, rigandolo. I piani laccati o di legno antico sono infatti molto delicati, problema che non esiste invece con i piani di vetro o con quelli di resina, i cui graffi posso essere “cancellati” strofinandoli con una paglietta. Tra il piatto e la tavola, quindi, quando serve, metterei un sottopiatto. L’unico modo per usarli è questo. Cioè mai sulla tovaglia, né tantomeno sulle tovagliette cosiddette all’americana! Chi non ha sottopiatti, non li compri, perché sono ingombranti in casa e si usano raramente. In alternativa, sul tavolo contemporaneo si possono mettere i runner; a me piacciono molto, ma non li sceglierei in tessuto: si sgualciscono, scivolano, si spostano tagliando la carne. Esistono in commercio soluzioni molto eleganti anche in plastica. Non inorridite: il polipropilene, per esempio, non è altro che plastica, ma il nome sembra nobilitarla. Starei sempre sul monocolore: se il piano è bianco, li metterei sui toni scuri, grigio antracite o marrone; se il piano è scuro o in legno, possono essere invece nei toni del bianco o del crema. Quando si hanno due, quattro o sei ospiti basta avere uno, due o tre runner, ma se si usano anche i capotavola, allora lì servono due tovagliette all’americana nello stesso tessuto.
Veniamo alla tovaglia. Lunga fino a terra o quasi per tavoli di fortuna di cui va nascosto tutto. Lunga almeno 20 cm sotto al bordo del tavolo per tutti gli altri casi. La tovaglia deve essere dotata di tovaglioli suoi. I più bei tovaglioli sono quelli delle tovaglie antiche: grandissimi che quasi sembrano una tovaglia da tavolino quadrato ciascuno! Colore: rigorosamente bianco. Tessuto: rigorosamente lino. Su questi due punti io non transigo! Certo poi si può giocare sul ricamo, sui bordi, sulla tessitura del tessuto… ma se bisogna comprare la tovaglia delle feste, se si sceglie così non si sbaglia mai. Dà subito un tono raffinato alla tavola, va bene con tutte le porcellane o le ceramiche dei piatti, sta bene con i cristalli, permette tutti i colori dei centrotavola, incornicia benissimo gli argenti.
Scusate, vi lascio, vado ad apparecchiare… e ormai sapete anche come!
Chiara Tonelli
A micromanager is a controlling boss who can’t find a reason to trust their employees
Sono d’accordo con Chiara Tonelli per la scelta dei runner che,oltre a mostrare “il bel tavolo”,danno un tono elegante,sobrio e giovanile al desco!
Per Natale ho regalato a mia figlia quattro runner e due tovagliette all’americana dello stesso colore e dello stesso tessuto,coi rispettivi tovaglioli.
Data l’occasione,per dare sfavillio alla tavola ho aggiunto i sottopiatti di stoffa con lievi ricami dorati.
Non ho ancora capito se è stato un regalo gradito,ma trovo che, al di là dell’originalità,i runner siano anche pratici perchè si evita di usare la tovaglia se gli ospiti
non sono numerosi!!!!
Voi che ne dite?
La tovaglia di colore bianco e’ ineguagliabile ma, per chi come me organizza ogni settimana almeno una cena/pranzo, diventa impegnativo per farla diventare sempre di un bianco impeccabile! quali altri colori sono preferibili?
cara Federica, ma lavare il bianco è sempre più facile dei colori! nessun colore nasconderebbe le macchie… per il vino rosso comunque consiglio di usare quei discetti argentati che evitano la goccia e fanno risparmiare un bel po’ di lavoro! e anche qualche litigio col marito
E che ne dici Chiara della tovaglia a quadretti?
simpaticissima per i pique nique (o pic nic, scritto all’italiana…) ma non in tavola, a meno che tu non viva in una baita altoatesina, allora lì sta benissimo, bianca e rossa o bianca e verde, con i centrotavola in legno, i cuori per segnaposto, e così via.
Secondo te il centrotavola e’ sempre d’obbligo?
no, anzi, a volte la tavola è più elegante se lasciata semplice. Le candele potrebbero sostituirlo facilmente, risolvendo due problemi: decoro elegante e luce soffusa!
Ciao Chiara, una curiosità: c’e differenza tra apparecchiare la tavola per una cena o per un pranzo?
Caro Alberto, tendenzialmente a pranzo le cose sono un po’ più informali. Sicuramente le candele, anche se si possono mettere hanno un minore effetto. Poi l’atmosfera che si crea è difficilmente romantica, per esempio. Restano invece invariate le altre regole, cioè numero delle posate e loro posizione, uso dei piatti, numero delle portate (se si fa un invito formale), posizione degli ospiti. Ma in via generale un bravo padrone di casa decide l’apparecchiatura in funzione dell’occasione.
Apparecchiare la tavola e’ sempre un’incognita… Con il bianco non si sbaglia mai perche’ così risulta in armonia con l’arredamento e lo stile della casa…ma quando devo scegliere i colori
Mi piace l’idea di mangiare direttamente sul tavolo di legno grezzo…ma e’ una situazione adatta anche per occasioni formali?
secondo me sì! ma dipende dove ci si trova. Lo stile, infatti, è determinato dal luogo in cui si riceve. Se datori di lavoro, clienti o i futuri suoceri vengono invitati nella casa di campagna, trovo bellissimo apparecchiare con piatti in ceramica (anziché in porcellana) anche direttamente disposti sul tavolo di marmo o di legno. Si crea un’atmosfera più informale, è vero, ma può contribuire a creare la giusta atmosfera.
Come consiglio generale, sempre meglio far prevalere la semplicità, in qualsiasi luogo ed occasione.nn1
Ho letto i tuoi suggerimenti di questo blog e sono davvero interessanti… Hai molto gusto e stile. Certo che occorre tenere in considerazione tantissimi elementi: i materiali, l’arredo, le posate, i piatti…praticamente una vera e propria arte!
le nostre nonne e le nostre mamme a scuola facevano economia domestica e quest’arte apparteneva loro anche grazie a questo. Oggi dobbiamo impararla a suon di errori, guardando appunto cosa fanno le nonne e le mamme e rubando loro le regole. Io ho la fortuna di avere ancora una nonna, attentissima allo stile, e grazie a lei ho imparato molte cose… ma a lei la tavola tutta “in bianco” non piace! Vuole piatti a fiorellini e tovaglie ricamate… vabbé su qualcosa bisogna adeguarsi ai tempi, non trovate?
credo che hai proprio ragione: dovremmo recuperare questi “usi e costumi” … l’economia domestica… l’arte della casa e farci ispirare e “scaldare” da queste piccole cose.
Cara,
Sara’ l’età ma io come tua nonna adoro le porcellane con i fiorellino e ho tante tovaglie ricamate a mano, alcune con ricami colorati. Ecco, a parte i dettati trovati sulla vecchia enciclopedia della donna in 20 volumi di mia madre, potresti darci un suggerimento su come usare questi cimeli, ed i costosissimi servizi di posate di argento , porcellane , in modo “leggero” ma pur sempre elegante?
Cara Claudia,
si tratta per lo più di una questione di gusti, non ci sono regole esatte! Chi ha ricami e decori se li tenga stretti, anche perché quelli del passato non esistono più ed acquistano un valore aggiunto incommensurabile!
Perciò ben vengano sempre! Il mio consiglio, opinabile tuttavia come tutti i consigli estetici, è di puntare alla sobrietà, non eccedere.
Tovaglia con ricami potrebbe chiamare piatti semplici… viceversa altrimenti: piatti molto decorati, le metterei su una tovaglia bianca. Se hai delle porcellane sfarzose, usale come centrotavola, per esempio.
Insomma fa in modo che gli oggetti ricchi e decorati possano avere la giusta cornice su cui risaltare!